Diario se ne va
L’avventura è finita. Diario se ne va, sospende le pubblicazioni per dirla in una maniera cortese. Brutta notizia per i lettori, per l’editoria italiana, per noi che da anni ci abbiamo scritto con regolarità e con passione. Brutta notizia per tutti, insomma.
Pochi anni fa, di questi tempi, la sezione internazionale vinceva il Prix de la Guide de la Presse. I migliori del mondo, niente male come riconoscimento per il plotone di corrispondenti esteri dispersi in ogni angolo del pianeta. Mai una riunione di redazione per noi, poche dritte –da parte di Alessandro Marzo Magno- ma efficaci; buoni articoli, reportage e storie sconosciute portate alla luce con tenacia. Il successo si basava su una regola semplice, quella dettata dal giornalismo di denuncia valido dalla Bovisa alla Terra del Fuoco.
Una regola, però, che non paga in termini economici, perchè quando parli male del mercato, il mercato non ti fa arrivare i soldoni –le pagine di pubblicità- che poi servono per mantenerti a galla. Ma il sostegno è mancato anche e soprattutto da quella sinistra eterogenea che Diario ha voluto rappresentare e con la quale, secondo i temi ed i tempi, è entrato periodicamente in polemica. Paradossalmente, finchè c’è stato Berlusconi da criticare tutto è andato bene, ma a partire da Prodi è cominciato lo sfacelo. Ci sono delle colpe? Certo. Dal singolo lettore alle lobby che stanno a sinistra nessuno ha mosso una mano per fare sì che il settimanale si salvasse dal tracollo.
Perchè volete un’informazione controcorrente, fuori dal coro e –permettetemi- anche intelligente, se poi non la usate? Questo dimostra ancora una volta come la nostra sinistra navighi nella più completa improvvisazione: Diario era una voce autorevole di tutta la cultura italiana, un patrimonio della sinistra, ed è stato abbandonato. Complimenti.
Averci scritto per sette anni è stato un onore ed un viaggio che mi ha accompagnato anche nella mia storia personale in America Latina. Rimarranno nella memoria tanti buoni momenti e la consapevolezza di avere avuto come colleghi degli autorevoli conoscitori della realtà latinoamericana, da Dante Liano a Gabriella Saba – per citarne alcuni- e a quell’Enzo Baldoni che, proprio prima di andare a morire in Iraq, era stato prima da Marcos e poi in Colombia. Proprio in questi giorni si compiono tre anni dalla sua scomparsa e su Enzo continua il disinteresse delle nostre autorità: disinteresse fin dai primi momenti del suo sequestro e che dura ancora oggi, con la Farnesina incapace di farsi restituire il corpo (l’appello al presidente Napolitano dal sito di Pino Scaccia: http://pinoscaccia.splinder.com/post/13559979/Appello+per+il+presidente+Napo)
È finita, quindi. Il plotone dei corrispondenti esteri si disperde, ma non dimenticherà mai di avere fatto parte di una grande avventura.
Un’ultima considerazione: Diario chiude. Libero continua a pubblicare spazzatura. È la fotografia dell’Italia di inizio secolo.
Due link: http://invisibil.blogspot.com/2007/08/diario-allultima-pagina.htmlhttp://www.andreafannini.it/blog/2007/08/diario-chiude-tornera/
Pochi anni fa, di questi tempi, la sezione internazionale vinceva il Prix de la Guide de la Presse. I migliori del mondo, niente male come riconoscimento per il plotone di corrispondenti esteri dispersi in ogni angolo del pianeta. Mai una riunione di redazione per noi, poche dritte –da parte di Alessandro Marzo Magno- ma efficaci; buoni articoli, reportage e storie sconosciute portate alla luce con tenacia. Il successo si basava su una regola semplice, quella dettata dal giornalismo di denuncia valido dalla Bovisa alla Terra del Fuoco.
Una regola, però, che non paga in termini economici, perchè quando parli male del mercato, il mercato non ti fa arrivare i soldoni –le pagine di pubblicità- che poi servono per mantenerti a galla. Ma il sostegno è mancato anche e soprattutto da quella sinistra eterogenea che Diario ha voluto rappresentare e con la quale, secondo i temi ed i tempi, è entrato periodicamente in polemica. Paradossalmente, finchè c’è stato Berlusconi da criticare tutto è andato bene, ma a partire da Prodi è cominciato lo sfacelo. Ci sono delle colpe? Certo. Dal singolo lettore alle lobby che stanno a sinistra nessuno ha mosso una mano per fare sì che il settimanale si salvasse dal tracollo.
Perchè volete un’informazione controcorrente, fuori dal coro e –permettetemi- anche intelligente, se poi non la usate? Questo dimostra ancora una volta come la nostra sinistra navighi nella più completa improvvisazione: Diario era una voce autorevole di tutta la cultura italiana, un patrimonio della sinistra, ed è stato abbandonato. Complimenti.
Averci scritto per sette anni è stato un onore ed un viaggio che mi ha accompagnato anche nella mia storia personale in America Latina. Rimarranno nella memoria tanti buoni momenti e la consapevolezza di avere avuto come colleghi degli autorevoli conoscitori della realtà latinoamericana, da Dante Liano a Gabriella Saba – per citarne alcuni- e a quell’Enzo Baldoni che, proprio prima di andare a morire in Iraq, era stato prima da Marcos e poi in Colombia. Proprio in questi giorni si compiono tre anni dalla sua scomparsa e su Enzo continua il disinteresse delle nostre autorità: disinteresse fin dai primi momenti del suo sequestro e che dura ancora oggi, con la Farnesina incapace di farsi restituire il corpo (l’appello al presidente Napolitano dal sito di Pino Scaccia: http://pinoscaccia.splinder.com/post/13559979/Appello+per+il+presidente+Napo)
È finita, quindi. Il plotone dei corrispondenti esteri si disperde, ma non dimenticherà mai di avere fatto parte di una grande avventura.
Un’ultima considerazione: Diario chiude. Libero continua a pubblicare spazzatura. È la fotografia dell’Italia di inizio secolo.
Due link: http://invisibil.blogspot.com/2007/08/diario-allultima-pagina.htmlhttp://www.andreafannini.it/blog/2007/08/diario-chiude-tornera/
12 Comments:
Ciao Maurizio, che brutta notizia! Mi pare molto verosimile la tua analisi sulla miopia della sinistra... Mi pare che lo spazio per l'informazione "marginale" dovrá essere occupato dai blog, magari organizzati in forma piú "visibile": chissá che questa rete di corrispondenti non si ritrovi su una piattaforma digitale...
Un caro saluto, Paolo Miscia aka Doppiafila
Concordo totalmente con la tua analisi Maurizio. Certe notizie fanno male, però chissà che Paolo non abbia ragione...
un saluto
ap
Concordo pienamente sulle tue riflessioni estremamente amare e realistiche. Hai spiegato meglio di chiunque altro lo stato d'animo di quelle persone che hanno sostenuto da sempre questa esperienza. Poche a quanto pare. Peccato, davvero.
Che tristezza.
Annalisa
Ciao Maurizio,
E' triste ma la crisi di Diario non è la sola... Il manifesto ogni anno rischia di scomparire e molte testate sono già soltanto un ricordo.
Il Web potrà sicuramente essere un'alternativa ma limitata a chi può e sa utilizzare la rete.
Purtoppo condivido il tuo pessimismo sull'Italia di oggi...
Per quanto riguarda la crisi della carta stampata mi rendo conto che personalmente ho un'oggettiva difficoltà a trovare tempo di comperare e leggere i giornali che vorrei. Ormai riesco "soltanto" a informarmi via web poichè posso farlo durante il mio lavoro ... nonostante abbia spento da tempo la TV il tempo a disposizione tra impegni lavorativi ed extra è sempre meno forse proprio per questo il free-press (che leggi con uno sguardo) e i TG e GR che in 10 minuti ti illudono di informarti rimangono la sola "informazione" per gran parte della popolazione italica?
Sicuramente un maggior "coordinamento" tra i siti di informazione e un minor "personalismo" (ognuno con il proprio blog) potrebbero agevolare e aumentare l'accesso all'informazione "libera" su Internet.
Un caro saluto
Fabio
(FabioNews)
Ciao Muarizio,
molto bella la tua analisi, comunque Il pluralismo nell'informazione perde un altro pezzo. In questi anni abbiamo visto chiudersi spazi di informazione alternativa in Italia, come Indymedia, Il Barbiere della Sera, e molti altri siti o mezzi di informazione piegati dalle logiche del mercato, dalla censura.
Resto con la convinzione che se "un altro mondo è possibile" anche "un'altra informazione" è possibile.
Un abbraccio
lillo r.
Ciao Maurizio, ovviamente concordo, essendo parte in causa. Che possiamo fare? Qualche giorno fa un collega di un autorevole quotidiano mi ha detto: "Diario era troppo militante. Si occupava perfino di sfigati come Morales. Non esiste". Eppure il collega è di sinistra e non è un cretino, ma esprime perfettamente il comune sentire dei lettori della cosidetta grande stampa. Gli sfigati non interessano, per sfigati si intendono tutti coloro che non sono europei e americani. Le notizie devono essere (per avere la grazia della pubblicazione e il placet del pubblico) amene, dissacranti e di intrattenimento. Siamo decadenti? Non c'è dubbio, ma lo sono anche Francia e Spagna che degli "sfigati" parlano, eccome. Mi pare non ci sia molto da dire né da fare. Un caro saluto anche a Paolo.
Gabriella
molto intiresno, grazie
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
Si, probabilmente lo e
La ringrazio per Blog intiresny
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