Il futuro del Venezuela
Il Venezuela ha scelto di nuovo Chávez e questa volta l’ha fatto in forma perentoria. Il presidente ha vinto e per lui si apre la strada di un altro governo e la reale possibilità di portare avanti il progetto a lungo termine che, secondo le sue parole, lo porterebbe a governare fino al 2021. “Costruiamo un Venezuela socialista, indigeno, cristiano e bolivariano” ha gridato alla folla dopo l’annuncio della vittoria e, anche se le promesse di costruire una società nuova possono sembrare scontate, c’è da credere invece che Chávez di strada ne abbia già fatta molta. Da solo, intanto, non sta cambiando solo il Venezuela, ma anche tutta l’America Latina.
Dieci anni fa, il Venezuela era ancora uno Stato di poche famiglie, che si dividevano le fette di potere secondo i settori di ingerenza. La grande maggioranza della popolazione serviva, nel vero senso della parola, la forte oligarchia, secondo i sistemi più odiosi del vassallaggio. Chávez ha rotto queste catene e le ha mostrate a tutto il continente, attirandosi l’odio dei potenti, ma guadagnandosi l’amore viscerale di un popolo che elezione dopo elezione lo sostiene: nel 1998 ebbe il 56% delle preferenze, nel 2000 il 60%, oggi quasi il 62%.
In poche parole, Chávez ha dato al Venezuela un’identità di nazione. L’ha fatto mostrando e perseguendo una via –quella della rivoluzione bolivariana-, cambiando i simboli patrii, discernendo dov’è il bene e dov’è il male (gli Usa), ma soprattutto disegnando per il Venezuela un ruolo guida nel futuro dell’America Latina.
Lasciando da parte i facili discorsi, la forza di Chávez si chiama innanzi tutto petrolio ed il denaro che la vendita del petrolio comporta. Il Venezuela ha in magazzino 700.000 milioni di barili che, una volta iniziato lo sfruttamento dei bacini dell’Orinoco, diventeranno 3 bilioni. Una cifra impressionante con cui il Paese può coprire il proprio fabbisogno per secoli, assicurando per sè e le nazioni amiche, un roseo futuro di sviluppo. Chávez, sta marcando il cammino per l’America Latina del XXI secolo, un’America Latina libera dall’ingerenza statunitense ed il cui diritto all’autodeterminazione sarà infine una realtà. Lo fa attraverso le ricchezze che possiede: il sottosuolo ed il popolo.
Attenzione però a credere che sia tutto rose e fiori, perchè il Venezuela è immerso in un’ondata di violenza senza precedenti. Quella dei sequestri è diventata, grazie alla connivenza della polizia, un’industria che genera soldi, impiego e tragedie quotidiane e che, soprattutto, mette i venezuelani l’uno contro l’altro.
Sulla società e su una società davvero ugualitaria dove qualsiasi cittadino –ricco o povero che sia- possa sentire i suoi diritti rispettati si svolge la scommessa del futuro venezuelano.
Il video con il discorso di Hugo Chávez: http://www.antena3.com/a3noticias/servlet/Noticias?destino=../a3n/noticia/noticia.jsp&sidicom=si&id=11887283
Dieci anni fa, il Venezuela era ancora uno Stato di poche famiglie, che si dividevano le fette di potere secondo i settori di ingerenza. La grande maggioranza della popolazione serviva, nel vero senso della parola, la forte oligarchia, secondo i sistemi più odiosi del vassallaggio. Chávez ha rotto queste catene e le ha mostrate a tutto il continente, attirandosi l’odio dei potenti, ma guadagnandosi l’amore viscerale di un popolo che elezione dopo elezione lo sostiene: nel 1998 ebbe il 56% delle preferenze, nel 2000 il 60%, oggi quasi il 62%.
In poche parole, Chávez ha dato al Venezuela un’identità di nazione. L’ha fatto mostrando e perseguendo una via –quella della rivoluzione bolivariana-, cambiando i simboli patrii, discernendo dov’è il bene e dov’è il male (gli Usa), ma soprattutto disegnando per il Venezuela un ruolo guida nel futuro dell’America Latina.
Lasciando da parte i facili discorsi, la forza di Chávez si chiama innanzi tutto petrolio ed il denaro che la vendita del petrolio comporta. Il Venezuela ha in magazzino 700.000 milioni di barili che, una volta iniziato lo sfruttamento dei bacini dell’Orinoco, diventeranno 3 bilioni. Una cifra impressionante con cui il Paese può coprire il proprio fabbisogno per secoli, assicurando per sè e le nazioni amiche, un roseo futuro di sviluppo. Chávez, sta marcando il cammino per l’America Latina del XXI secolo, un’America Latina libera dall’ingerenza statunitense ed il cui diritto all’autodeterminazione sarà infine una realtà. Lo fa attraverso le ricchezze che possiede: il sottosuolo ed il popolo.
Attenzione però a credere che sia tutto rose e fiori, perchè il Venezuela è immerso in un’ondata di violenza senza precedenti. Quella dei sequestri è diventata, grazie alla connivenza della polizia, un’industria che genera soldi, impiego e tragedie quotidiane e che, soprattutto, mette i venezuelani l’uno contro l’altro.
Sulla società e su una società davvero ugualitaria dove qualsiasi cittadino –ricco o povero che sia- possa sentire i suoi diritti rispettati si svolge la scommessa del futuro venezuelano.
Il video con il discorso di Hugo Chávez: http://www.antena3.com/a3noticias/servlet/Noticias?destino=../a3n/noticia/noticia.jsp&sidicom=si&id=11887283
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