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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Friday, November 24, 2006

Bolivia: le riforme devono aspettare

La riforma agraria in Bolivia dovrà aspettare. Evo Morales ha dovuto subire un forte colpo dall’opposizione che si è ritirata dal Congresso ed, essendo la maggioranza, non gli permette di votare la legge che consegnerebbe le terre non produttive alle famiglie contadine. Morales ha parlato di “colpo di stato istituzionale” ed ha accusato la destra di Podemos di voler proteggere gli interessi di quel 10% di proprietari che posseggono l’80% delle terre improduttive (per informazione, solo il 4% della terra è in mano a contadini ed indigeni).
Lo stallo, preparato e voluto dall’opposizione, è infine arrivato. La nuova Costituente non decolla, mentre i governatori delle benestanti province dell’Oriente si rifiutano di votare la riforma tributaria. I due paesi, le due anime della Bolivia tornano di nuovo ad affrontarsi con impeto, e mentre Morales alza la voce, il suo vicepresidente Álvaro García cerca il dialogo per ricucire l’ennesimo strappo.
Con la paralisi del Congresso, infatti, non è solo la riforma agraria a fermarsi, ma anche altri ed importanti progetti come la ratifica degli accordi con le transnazionali del petrolio, necessari per continuare il processo di nazionalizzazione degli idrocarburi. Sospesi, per il momento, anche i prestiti del BID (il Banco Interamericano de Desarrollo di cui parlavamo pochi giorni fa) e i fondi per affrontare le emergenze climatiche.
Le dichiarazioni di Morales:
http://www.presidencia.gov.bo/

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