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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Monday, November 27, 2006

L'Ecuador svolta a sinistra

Correa ha vinto e l’Ecuador svolta a sinistra, su una strada che ha già parzialmente percorso nemmeno un paio di anni fa quando a sedere sulla poltrona presidenziale era stato chiamato Lucio Rodríguez. L’ex colonnello, però, era caduto sui difetti di sempre: amicizie pericolose, inesperienza, nepotismo lo avevano affossato in fretta. Ora sarà da verificare che Correa sia fatto di una pasta differente: le avvisaglie non sono delle migliori, già che per la sua vittoria sono stati decisivi i voti della gente di Rodríguez. L’Ecuador cambia presidente come si trattasse di cambiare scarpe, con una frequenza impressionante. Il voto è passionale, piuttosto che razionale e gli effetti si sono visti e si vedono. Il popolo elegge attraverso le schede e poi lo stesso popolo, attraverso la rivolta, si libera dell’errore compiuto in sede elettorale. Tutto molto semplice, ma dispendioso e inefficace ai fini dello sviluppo del Paese.
Noboa, intanto, promette battaglia, non riconosce la vittoria di Correa e dice che chiederà il riconteggio di tutte le schede. Il magnate delle banane da dieci anni cerca di diventare presidente dell’Ecuador. È un uomo che già possiede tutto, ma a cui la carica politica serviva per contrastare l’avanzata populista di Lucio Rodríguez (come dicevamo, decisivo nella vittoria di Correa) e della massa degli scontenti. Non c’è l’ha fatta nemmeno ora e per la terza volta consecutiva si è dovuto ritirare sconfitto.
L’attitudine di Noboa, nel non riconoscere la vittoria dell'avversario, è già di per sè un elemento di destabilizzazione. D’ora in avanti, farà di tutto per evitare che l’Ecuador entri nell’orbita chavista. Il Tribunale elettorale ecuadoriano, con il conteggio dei voti:
http://www.tse.gov.ec/
La pagina web di Rafael Correa: http://www.rafaelcorrea.com/

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