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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Monday, March 13, 2006

Se scrivete, vi ammazziamo

Un mese fa (il 9 febbraio) avevamo parlato di Nueva Laredo, la città del Messico dove la redazione del quotidiano El Mañana era stata fatta oggetto di un attentato. La colpa dei giornalisti era stata quella di promuovere un seminario per preparare la stampa contro le infiltrazioni del narcotraffico. I cartelli non avevano gradito ed avevano quindi inviato un messaggio chiaro, a suon di mitra e bombe.
La caccia alla stampa continua. Ieri è stato ucciso il giornalista Ramiro Téllez, 42 anni, mentre rincasava. Giovedì, a Michoacán era toccato a Jaime Olvera Bravo, 38 anni, a cadere sotto le armi dei sicari mentre accompagnava il figlioletto all’asilo.
A Nueva Laredo è in atto una spietata offensiva del narcotraffico, che in settimana ha ucciso anche due poliziotti: in totale, durante quest’anno, sono stati commessi 46 omicidi. Il clima di intimidazione è tale che, durante l’amministrazione del presidente Fox, sono stati ventuno i giornalisti ammazzati in Messico in agguati. Un record, per un paese che non è coinvolto in un conflitto attivo.

I giornalisti ed i mezzi di comunicazione del Messico hanno rilasciato un manifesto, intitolato “No a la violencia, no al silencio” dove chiedono che finalmente le autorità competenti velino per i diritti più fondamentali delle libertà civili.
L’impatto di questa violenza contro i giornalisti” si legge nel manifesto “si esprime in un clima di intimidazione che zittisce le voci, mutila la società dei suoi meccanismi di convivenza ed impone una morte lenta alla stessa libertà”. (
http://www.impunidad.com/pressreleases/noticias_spanish_febrero_2_2006.htm)
Per combattere l'impunità, i giornalisti messicani hanno inaugurato il Proyecto Fénix, un equipe di reporter che seguirà i casi dei colleghi uccisi per accertare le cause e i responsabili delle loro morti.

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