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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Friday, April 20, 2007

Referendum in Costa Rica

Il Cafta in Costa Rica rischia di diventare la storia infinita. Il governo di Oscar Arias ha chiesto un referendum, giocando in anticipo sull’opposizione che aveva chiesto la stessa iniziativa poco tempo fa. Questo gli permetterebbe di dettare le regole del gioco anche nella consulta popolare dove il Sì conta con l’appoggio ed i fondi degli industriali e dei settori conservatori. In tutta la sua storia, in Costa Rica non c’è mai stato un referendum (il paese ha avuto la sua indipendenza nel 1821), strumento ritenuto pericoloso in quanto –appunto- può veramente fare la volontà del popolo: le prove di democrazia, si sa, vanno centellinate.
Perchè si possa indire il referendum c’è però bisogno di 132.000 firme (il 5% degli elettori), dopodichè se la percentuale dei votanti non superasse il 40% degli aventi diritto, la consulta popolare non sarebbe valida, lasciando via libera al Congresso per la decisione definitiva. L’opposizione reputa l’intera operazione come una tattica diversiva, che permette ad Arias di aggirare l’ostacolo del ripudio popolare al Cafta ed evitare così allo stesso tempo le manifestazioni di piazza. Le ultime marce contro il trattato commerciale avevano infatti dimostrato una certa maturità del movimento, che era riuscito ad escludere gli elementi più radicali e a presentarsi unito e risoluto.
Con il decreto legge approvato dal Congresso, il referendum si dovrebbe svolgere ad agosto. I termini di decorrenza perchè la Costa Rica sia parte del Cafta scadono invece nel marzo 2008.

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