La geopolitica dei biocombustibili

Intanto, il mondo è già affamato e preoccupa che Lula non lo sappia. Con solo un giro nelle migliaia di favelas del suo Brasile dovrebbe essersene accorto che la situazione non è poi così rosea.
I biocombustibili funzionano da tempo un po’ ovunque. Magari non saranno quella grande rivoluzione che si vuol fare credere (di fatto, se ne usa una piccola percentuale ed i prezzi al consumatore non cambiano) ma servono in questo momento soprattutto come terreno di scontro. Chávez non ne vuole sapere, perchè minano le vendite del petrolio venezuelano, base del suo potere, ma Bush li appoggia perchè ha trovato la breccia che gli mancava da tempo per stringere nuove e proficue amicizie in America Latina. Lula è così diventato un alleato inaspettato e soprattutto entusiasta del grande interesse dimostrato per l’etanolo che il Brasile produce a tonnellate ed i suoi derivati. Al carrozzone si è subito unito Tony Saca, che riceverà una raffineria per il suo Salvador. Interessante, no? Chávez promette una raffineria a Ortega in Nicaragua e subito dopo Bush e Lula ne promettono una al Salvador. Come diceva lo spot di una volta: siamo alle solite, Calimero.
La geopolitica del continente americano si muove insomma sulla base delle risorse energetiche. Un tema da tenere d’occhio. A una domanda, quella del vecchio senile, però, nessuno ha ancora risposto con basi scientifiche: affameranno il mondo i biocombustibili?
Come inquina la “biogasolina”: http://colombia.indymedia.org/news/2006/03/39585_comment.php
Labels: America Latina
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