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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Tuesday, April 10, 2007

Rivive il Plan Puebla Panamá

Dopo sei anni di sonno, torna a fare parlare di sè il piano Puebla Panamá. Da oggi sono riuniti a Campeche, in Messico, i presidenti dei paesi interessati al piano: Messico, Belize, Guatemala, Honduras, El Salvador, Nicaragua, Costa Rica, Panama e Colombia. Ognuno di loro, quando nel 2001 venne inaugurato l’asse, aveva ricevuto un settore del quale interessarsi (sviluppo, trasporto, turismo, telecomunicazioni, energia, ambiente). In sei anni sono arrivati più di cento progetti per 8000 milioni di dollari, che si sono caratterizzati per essere rimasti lettera morta.
A cercare di ridare vita a questo cadavere eccellente ci ha pensato il Messico, che al tempo fu anche l’ideatore del progetto. Nelle intenzioni di allora c’era il “miglioramento della qualità di vita della popolazione della regione” –così si diceva nel documento di intenti- “per realizzare con questo uno sviluppo equilibrato, territorialmente ordinato ed economicamente sostenibile” della regione centroamericana.
Tante belle parole, senza dubbio, e rimaste tali perchè a pronunciarle fu Vicente Fox, uno dei presidenti messicani che dimenticheremo facilmente. Calderón non vuole essere da meno del suo predecessore ed ha chiamato a raccolta i colleghi centroamericani per rilanciare un piano che ha sempre incontrato forti critiche da parte di gruppi sociali ed ambientali. Pochi hanno infatti creduto, per esempio, che i 12.600 chilometri di strade previste nel progetto iniziale possano rispettare i diritti degli abitanti delle zone interessate e di un ambiente che si caratterizza per la sua forte eterogeneità.
Uno dei temi chiave che saranno vagliati a Campeche sarà la costruzione di una raffineria di petrolio della messicana Pemex in uno dei paesi del Centroamerica. La proposta, lanciata da Oscar Arias, si scontra con quella presentata un paio di mesi fa a Managua da Hugo Chávez, che vorrebbe costruirne una in Nicaragua. Insomma, resuscitando il Puebla-Panamá c’è di mezzo anche una bella fetta di dominio geopolitico.

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