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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Sunday, April 01, 2007

Europa chiusa ai boliviani

Da oggi i cittadini boliviani non potranno entrare nel territorio dell’Unione Europea se non muniti di visto.
Negli ultimi mesi si è registrato un esodo dalla Bolivia, da parte di migliaia di persone che hanno cercato di approfittare il regime libero di entrata. Nei giorni scorsi, nonostante il visto non fosse ancora d’obbligo, le autorità spagnole hanno rimandato a casa il sindaco di La Paz e tre assessori. 86 cittadini boliviani, che partecipavano ad una crociera nel Mediterraneo, sono stati ributtati a mare dalle zelanti autorità dei porti di Valencia e Genova. Potranno vedere l’Europa solo dal ponte della nave, già che la polizia di frontiera li ha tacciati di possibili clandestini. Le denunce di maltrattamenti sono diventate centinaia, i drammi familiari si sono moltiplicati, già che la misura ha diviso famiglie che ora dovranno affidarsi ai tentacoli della burocrazia per potersi riunire.
Nell’epoca della libera circolazione delle merci e dei capitali (di indubbia provenienza) per gli uomini si fa sempre più difficile muoversi. E peggio ancora se il tuo passaporto porta lo stemma di paesi scomodi: Colombia, Bolivia, Perù, per esempio. Onesti cittadini vengono vessati per la provenienza, la libertà di movimento viene ristretta per l’appartenenza ad una nazionalità dalla dubbia reputazione per le autorità del primo mondo. I pregiudizi sono duri da abbattere. Questa situazione mi ricorda una triste barzelletta: se vedi un bianco correre è perchè sta facendo jogging, se è un nero è perchè ha appena rubato un portafogli.
I governi del mondo ricco vogliono le merci, ma fuggono dalle persone perchè non sanno che farsene. È la stessa ideologia del colonialismo, trasportata nell’ottica attuale. I danni irreparabili causati dallo sfruttamento delle economie africane o latinoamericane sono la fonte dell’emigrazione ed oggi come allora, Europa ed Usa non vogliono contribuire a riparare allo sfacelo che hanno provocato. I poveri devono rimanere a casa loro.
Cinquanta anni fa Toynbee diceva che l’Occidente aggrediva il resto del mondo. Le cose non sono cambiate di molto già che l’aggressione è viva quando l’Europa prende decisioni di questo tipo, o quando gli Usa decidono di costruire il loro assurdo muro alla frontiera messicana. Sono misure che ci vengono presentate come “preventive” ma che in realtà celano la repressione e la mano dura dell’Occidente verso tutto quello che è povero, differente e, soprattutto, privo di diritti. Ad ogni latitudine cresce così il risentimento verso chi approfitta e continua ad approfittare delle risorse altrui. Se l’Occidente non vuole clandestini o ospiti indesiderati ha solo un cammino da percorrere: pagare i danni o cambiare rotta.
Un video sulla situazione a Barajas:
http://www.informativos.telecinco.es/bolivia/espa%C3%B1a/visado/dn_44594.htm

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