Quel furfante di Alemán
Arnoldo Alemán è un furfante. Però, si è dovuto sedere su tre poltrone, quella di sindaco di Managua, di deputato del Congresso e di presidente della Repubblica prima di ricevere un castigo; castigo che, vista la condiscendenza della giustizia nicaraguense, è risultato una presa in giro. Condannato a venti anni di reclusione, Alemán, grazie al traffico di influenze, ha ricevuto come carcere una delle estese proprietà che possiede alle porte di Managua. Nel caso volesse uscire –perchè, ovviamente, può farlo- deve rispettare ahimè l’obbligo di non lasciare la provincia.
Alemán è un delinquente. Durante la sua presidenza ha deviato almeno cento milioni di dollari verso i propri conti bancari disseminati un po’ ovunque. Grazie a lui, migliaia di bambini nicaraguensi continuano a soffrire la fame, i contadini non sanno che farsene di una terra che non produce e intere famiglie sono costrette a separarsi per cercare fortuna altrove. Al Gordo, queste cose non interessano. Nella sua prigione dorata organizza feste dove invita quegli stessi magistrati che lo hanno giudicato e dove continua a tessere le intrighe che mantengono il Nicaragua ancorato allo schema del caudillismo.
A volte, comunque, serve a qualcosa la comunità internazionale. La Spagna ha infatti dichiarato l’ex presidente nicaraguense persona non grata e gli ha vietato l’ingresso in tutto il territorio della Comunità europea per i prossimi dieci anni. Lo stesso avevano fatto gli Stati Uniti, dove Alemán ha più di una causa pendente.
Una decina di giorni fa, i giudici panamensi hanno accertato che Alemán ha lavato nelle banche del Canale almeno 58 milioni di dollari. Da qui la richiesta di estradizione per un processo. Ridicolizzata di fronte al mondo, la giustizia nicaraguense continua però a dimostrare la sua incompetenza: statene certi che per nulla, infatti, mollerà Alemán.
Sul Nicaragua, aggiornamenti e notizie su http://www.itanica.org/ il sito dell’Associazione di amiciza e solidarietà Italia-Nicaragua.
Alemán è un delinquente. Durante la sua presidenza ha deviato almeno cento milioni di dollari verso i propri conti bancari disseminati un po’ ovunque. Grazie a lui, migliaia di bambini nicaraguensi continuano a soffrire la fame, i contadini non sanno che farsene di una terra che non produce e intere famiglie sono costrette a separarsi per cercare fortuna altrove. Al Gordo, queste cose non interessano. Nella sua prigione dorata organizza feste dove invita quegli stessi magistrati che lo hanno giudicato e dove continua a tessere le intrighe che mantengono il Nicaragua ancorato allo schema del caudillismo.
A volte, comunque, serve a qualcosa la comunità internazionale. La Spagna ha infatti dichiarato l’ex presidente nicaraguense persona non grata e gli ha vietato l’ingresso in tutto il territorio della Comunità europea per i prossimi dieci anni. Lo stesso avevano fatto gli Stati Uniti, dove Alemán ha più di una causa pendente.
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2 Comments:
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