Sul Cafta, il Guatemala ci ripensa
Óscar Berger non è certo un politico inesperto. Eletto con i voti degli industriali ed espressione della destra liberale, come presidente del Guatemala ha appoggiato il Trattato di libero commercio con gli Usa. Anche lui, come i suoi colleghi, ha ripetuto a lungo che il Cafta avrebbe portato solo vantaggi per l’economia e la società centroamericana. Ora, però, Berger ha fatto marcia indietro. C’è qualcosa che non va in quel trattato e il presidente guatemalteco l’ha trovato.
“Il mio paese non può modificare le leggi vigenti da un giorno all’altro in nome di un accordo commerciale” ha dichiarato ai giornalisti.Berger si è probabilmente reso conto del pericolo che rappresenta il Cafta e chiede una modifica su alcuni punti firmati troppo frettolosamente. In particolare, gli Usa insistono perchè il Guatemala cambi la legislazione nazionale sulle telecomunicazioni, la proprietà intellettuale e il regolamento sulle licitazioni governamentali. L’agricoltura, poi, sarebbe lasciata allo sbando. Il Cafta, infatti, mentre permette le sovvenzioni agli agricoltori statunitensi, vieta decisamente lo stesso trattamento per quelli centroamericani.
“Gli Stati Uniti sbagliano e per la loro insistenza stanno lasciando fuori del trattato le due principali economie centroamericane, la nostra e quella della Costa Rica” ha continuato Berger.
Il presidente guatemalteco ha fatto bene i conti. Con le frontiere chiuse dalla nuova legge di migrazione Usa ed un Cafta scellerato, tutti i disoccupati (vecchi e nuovi) rimarranno a casa propria. Chi li manterrà?
“Il mio paese non può modificare le leggi vigenti da un giorno all’altro in nome di un accordo commerciale” ha dichiarato ai giornalisti.Berger si è probabilmente reso conto del pericolo che rappresenta il Cafta e chiede una modifica su alcuni punti firmati troppo frettolosamente. In particolare, gli Usa insistono perchè il Guatemala cambi la legislazione nazionale sulle telecomunicazioni, la proprietà intellettuale e il regolamento sulle licitazioni governamentali. L’agricoltura, poi, sarebbe lasciata allo sbando. Il Cafta, infatti, mentre permette le sovvenzioni agli agricoltori statunitensi, vieta decisamente lo stesso trattamento per quelli centroamericani.
“Gli Stati Uniti sbagliano e per la loro insistenza stanno lasciando fuori del trattato le due principali economie centroamericane, la nostra e quella della Costa Rica” ha continuato Berger.
Il presidente guatemalteco ha fatto bene i conti. Con le frontiere chiuse dalla nuova legge di migrazione Usa ed un Cafta scellerato, tutti i disoccupati (vecchi e nuovi) rimarranno a casa propria. Chi li manterrà?
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