Il razzismo al contrario

Vargas Llosa rispolvera per l’occasione uno dei temi cari al suo mondo e che data il tempo della Conquista: quello della civiltà portata dai bianchi su un mondo di barbari, gli indigeni. Se sono gli indigeni a governare, allora la civiltà sarà oscurata dalla barbarie. Un poco simile alla posizione della nostra Fallaci tra mondo occidentale e mondo musulmano.
Continuando, Vargas Llosa attacca la sinistra europea e la taccia di “insulsa” per applaudire l’indigenismo di Chávez e di Morales, culla invece di un razzismo latente contro chi di pelle bianca. Personalmente, pur non avendo una grande stima dell’attuale sinistra europea, penso che sia abbastanza matura per comprendere quali siano le scelte demagogiche di Chávez e di rifiutarle. Di Morales non possiamo ancora dire niente, ma diamogli tempo. Vargas Llosa, invece, già lo stigmatizza in questa maniera: “Evo è il tipico creolo latinoamericano, furbo come uno scoiattolo, arrampicatore e noioso, con una vasta esperienza di manipolatore”.
In sostanza, quello che rode allo scrittore è che stavolta, capovolgendo la storia, è stato l’indio a fregare il bianco.
http://buscador.lanacion.com.ar/Nota.asp?nota_id=773706&high=vargas
Eduardo Galeano, che è un tipo più profondo, risponde così a Vargas Llosa:
http://news.bbc.co.uk/hi/spanish/latin_america/newsid_4637000/4637654.stm
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