Il discorso di Evo
Evo Morales si è insediato ieri come presidente della Bolivia. C’era molta attesa per sapere cosa avrebbe detto. Il caso della Bolivia è infatti sintomatico per tutto il continente, perchè rappresenta una decisa svolta a sinistra in una regione che vanta già governi socialisti o di distinzione popolare (Cile, Argentina, Brasile, Venezuela, Uruguay). Da sottolineare la presenza dei rappresentanti degli Stati Uniti e del Cile, paese con cui la Bolivia ha rotto le relazioni da ormai trenta anni.
Traduciamo le parti salienti del suo discorso.
Impresa privata: “Quindici anni fa ci hanno detto che le aziende private avrebbero risolto la corruzione e la disoccupazione. È passato tanto tempo ed ora abbiamo più corruzione e più disoccupazione”.
Neoliberalismo: “Il modello economico neo liberale non è la soluzione per il nostro Paese. Potrà funzionare in Europa o in Africa, ma non qui”.
Gioventù: “Il risultato delle politiche neoliberali è che la nostra gioventú è costretta a fare da cameriere nei ristoranti degli Stati Uniti, d’Europa e dell’Argentina”.
Democrazia: “Vogliamo cambiare la Bolivia non con le pallottole, ma con i voti”.
Corruzione: “Zero nepotismo, zero corruzione sarà il motto del mio governo”.
Il Che: “Questa lotta è la continuazione degli sforzi compiuti da Che Guevara”.
Stati Uniti 1: “Voglio ringraziare per la presenza l’ambasciatore degli Stati Uniti, Thomas Shannon, che mi ha espresso il desiderio di rafforzare le relazioni tra i nostri governi”.
Stati Uniti 2: “La lotta al narcotraffico non deve essere una scusa perchè il governo degli Stati Uniti domini o sottometta il nostro popolo”.
Indigeni: “La campagna durata 500 anni di resistenza indigena non è stata vana. Dopo 500 anni di resistenza, ci toccano 500 anni di potere”.
Coca: “La comunità internazionale deve sapere che la cocaina o il narcotraffico non sono parte della cultura andina. Purtroppo, si tratta di un male importato. Bisogna farla finita con il narcotraffico, ma non eliminando la coca, ma la cocaina”.
Chávez e Castro: “Non sono abituato a parlare tanto e non voglio che crediate che Chávez o Castro mi stiano contagiando”.
Qui trovate la galleria fotografica della cerimonia:
http://bolivia.indymedia.org/es/2006/01/25751.shtml
Traduciamo le parti salienti del suo discorso.
Impresa privata: “Quindici anni fa ci hanno detto che le aziende private avrebbero risolto la corruzione e la disoccupazione. È passato tanto tempo ed ora abbiamo più corruzione e più disoccupazione”.
Neoliberalismo: “Il modello economico neo liberale non è la soluzione per il nostro Paese. Potrà funzionare in Europa o in Africa, ma non qui”.
Gioventù: “Il risultato delle politiche neoliberali è che la nostra gioventú è costretta a fare da cameriere nei ristoranti degli Stati Uniti, d’Europa e dell’Argentina”.
Democrazia: “Vogliamo cambiare la Bolivia non con le pallottole, ma con i voti”.
Corruzione: “Zero nepotismo, zero corruzione sarà il motto del mio governo”.
Il Che: “Questa lotta è la continuazione degli sforzi compiuti da Che Guevara”.
Stati Uniti 1: “Voglio ringraziare per la presenza l’ambasciatore degli Stati Uniti, Thomas Shannon, che mi ha espresso il desiderio di rafforzare le relazioni tra i nostri governi”.
Stati Uniti 2: “La lotta al narcotraffico non deve essere una scusa perchè il governo degli Stati Uniti domini o sottometta il nostro popolo”.
Indigeni: “La campagna durata 500 anni di resistenza indigena non è stata vana. Dopo 500 anni di resistenza, ci toccano 500 anni di potere”.
Coca: “La comunità internazionale deve sapere che la cocaina o il narcotraffico non sono parte della cultura andina. Purtroppo, si tratta di un male importato. Bisogna farla finita con il narcotraffico, ma non eliminando la coca, ma la cocaina”.
Chávez e Castro: “Non sono abituato a parlare tanto e non voglio che crediate che Chávez o Castro mi stiano contagiando”.
Qui trovate la galleria fotografica della cerimonia:
http://bolivia.indymedia.org/es/2006/01/25751.shtml
1 Comments:
LEZIONE DI GOVERNO
Il presidente della Bolivia Evo Morales, ha licenziato dal governo il ministro delle Acque Abel Mamani subito dopo la pubblicazione di una foto nella quale appare abbracciato ad una prostituta. Mamani, leader delle favelas di El Alto ed ha anche capeggiato “il movimento che ha cancellato il contratto con una controllata della multinazionale francese Suez per la privatizzazione dell'acqua potabile in Bolivia che prevedeve forniture a prezzi nettamente maggiorati.”
Provare a fare confronti tra la classe politica italiana e quella bolivariana è inutile come è inutile fare confronti in termini di trasparenza; in Bolivia un ministro ha ovviamente meno diritto di privacy in quanto personaggio pubblico, eletto e pagato dal popolo; in Italia invece la privacy dei cittadini è virtuale, s’è tentato ed in parte si è riuscito, ad annullare la privacy dei lavoratori mentre quella dei politici (solo loro?) è sacra!!!
Provate ad immaginare se in Italia qualcuno mostrasse qualche ministro in mutande in compagnia di una battona; i guai li passa il giornalista mentre il ministro incassa piena solidarietà!!!
Il filmato è abbastanza eloquente anche se, in tutte le foto, sembra che il ministro incriminato stia dormendo e lo stesso ministro si sia difeso parlando di foto truccate; Morales l’ha comunque preventivamente licenziato.
http://blog.libero.it/Lirrequieto
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