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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Friday, December 02, 2005

Hanno ammazzato Pablo, Pablo è vivo

“Para que quede grabado por todo tiempo y memoria, voy a contarles de Pablo hasta que pueda su historia”: comincia così uno dei tanti corridos (sono centinaia) che narrano le vicende di Pablo Escobar. Oggi ricorrono dodici anni dalla persecuzione e l’uccisione sui tetti di Medellín del capo più leggendario della mafia colombiana e, nonostante il tempo trascorso, la sua leggenda continua a vivere e a crescere. Nell’immaginario popolare la figura di Escobar ha preso dimensioni da mito: lo confermano le canzoni, i libri, i film, i quadri (famoso è quello di Botero che lo mostra ridotto a un colabrodo, le pistole in pugno, sui tetti di Medellín) i racconti che si tramandano sulla vita e sulla morte del capo dei capi. Escobar ha trasformato la Colombia da vivo e ha continuato a trasformarla da morto. Le leggi, l’architettura, la società, l’esercito, il linguaggio sono cambiati per opera di Pablo, nel bene (c’è ancora tanta gente che pensa sia stato l’unico politico colombiano a mantenere le promesse) o nel male. Intanto, la sua tomba, nel cimitero Montesacro, è la più visitata in tutto il Paese.
L’unica intervista a Pablo Escobar, disponibile sulla rete, è su questa pagina:
www.fnpi.org/premio/2003/finalistas/pdf/2003CSC1107.pdf