Liberali non li vogliamo
Latinobarómetro ha reso noti questa settimana i risultati di governabilità e democrazia dei 18 paesi che formano l’America Latina. Nelle inchieste svolte dall’istituto –che ha sede in Cile- sono state prese in considerazione le condizioni dei poteri delle repubbliche, lo stato dell’economia, lo sviluppo della società. All’opinione pubblica, poi, è stato chiesto di esprimersi sulla fiducia al proprio presidente e al proprio governo. Alla fine, i risultati -che potete scaricare in formato Adobe da qui: www.latinobarometro.org/index.php?id=66
hanno dimostrato come la gente stia premiando gli sforzi di quei governi che hanno lasciato da parte le politiche liberali a favore di quelle sociali. In quanto all’azione dei governi, al primo posto è risultato quello dell’Uruguay (72%), seguito dall’Argentina (71%), dalla Colombia (69%), dal Cile e dal Venezuela (entrambe al 65%). In quanto alla popolarità dei presidenti, al primo posto è risultato Lula, seguito da Hugo Chávez. Brasile, Argentina e Cile sono i Paesi che infondono maggiore fiducia per quanto riguarda gli investimenti.
Perú, Nicaragua, Honduras ed Ecuador, dove l’apertura è stata indiscriminata, languono agli ultimi posti. Sono cifre, certo, ma aiutano a fotografare perfettamente come i latinoamericani percepiscono i propri governi.
hanno dimostrato come la gente stia premiando gli sforzi di quei governi che hanno lasciato da parte le politiche liberali a favore di quelle sociali. In quanto all’azione dei governi, al primo posto è risultato quello dell’Uruguay (72%), seguito dall’Argentina (71%), dalla Colombia (69%), dal Cile e dal Venezuela (entrambe al 65%). In quanto alla popolarità dei presidenti, al primo posto è risultato Lula, seguito da Hugo Chávez. Brasile, Argentina e Cile sono i Paesi che infondono maggiore fiducia per quanto riguarda gli investimenti.
Perú, Nicaragua, Honduras ed Ecuador, dove l’apertura è stata indiscriminata, languono agli ultimi posti. Sono cifre, certo, ma aiutano a fotografare perfettamente come i latinoamericani percepiscono i propri governi.
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