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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Saturday, January 20, 2007

L'Honduras punta i piedi

L’Honduras ha deciso infine di intervenire il mercato del petrolio e dei suoi derivati. Troppo cari i prezzi che imponevano le tre compagnie presenti nel Paese: Shell, Texaco ed Esso. Zelaya, presidente liberale e conservatore, niente a che vedere con un Chávez o un Morales, aveva avvertito i dirigenti delle società petrolifere di trovare un accordo per ridurli. La risposta delle tre compagnie è stata univoca: se ci fate abbassare i prezzi, sospenderemo l’invio di petrolio al Paese. Insomma, una bella lezione sullo spirito che anima le potenti multinazionali.
Zelaya ha così indetto una licitazione per consegnare ad un sola compagnia la totale distribuzione degli idrocarburi. A vincerla è stata la Conoco Phillip che ora, per decreto governativo, si vedrà consegnare le installazioni di Shell, Texaco ed Esso. Il presidente, però, non è Chávez (che proprio oggi ha fatto votare al Congresso la legge che gli permetterà di governare per decreto per i prossimi 18 mesi) e farà pagare alla Conoco l’affitto alle rispettive compagnie.
Gli Usa, naturalmente, stanno protestando. Probabilmente non riescono ancora a capire come anche alleati fedeli come l’Honduras, con governi di destra, gli si rivoltino contro. Insomma, non si rendono conto che la pacchia è finita. Rispettare le leggi degli altri paesi è sempre stato duro per i gringos, abituati a fare quello che volevano in tutta l’America Latina. Il risveglio dal bel sogno, naturalmente, è duro.
Gli honduregni, però, festeggiano. Come prima misura, il governo ha abbassato già da sabato scorso il prezzo della benzina.

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