Di uomini e cani
Due storie di uomini e cani. Venerdi mi stavo mettendo a tavola con un amico. In televisione iniziava il TG della Costa Rica e subito le immagini, senza alcun preavviso, partivano con la registrazione di un uomo che veniva sbranato da due rottweiler. Il fatto era avvenuto nella notte, protagonista un nicaraguense che aveva cercato di rubare in una proprietà privata ed era stato assalito dai cani. In meno di mezzora era stato montato un circo: polizia, pompieri, croce rossa, televisioni, radio, folla di curiosi. Tutti ad osservare una scena raccapricciante, senza che nessuno pensasse nella cosa più logica, chiamare un veterinario. Il padrone dei cani ha chiesto alla polizia di non sparare sugli animali perchè stavano facendo il loro dovere e la polizia ha ubbidito.
L’agonia del poveraccio è durata più di un’ora, filmata e proposta all’ora del pranzo, secondo i canoni del giornalismo più inutile e codardo e con buona pace di noi genitori che cerchiamo di educare i nostri figli al rispetto ed alla tolleranza.
L’uomo è morto, i cani non sono stati sacrificati perche si sono comportati come ci si aspetta da esemplari di questa razza (parole testuali del Ministero della Salute della Costa Rica), la gente ha applaudito l’esempio: così devono finire tutti i ladri.
Nauseato ho detto al mio amico che, almeno, queste cose in Italia non succedono. Ho così cambiato il canale e ci siamo sintonizzati sul TG2. Coincidenza, è partito un servizio demenziale sulla storia di un cucciolo di cane iracheno adottato da un marines. Addestrato dal GI Joe, ha avuto l’onore di diventare un cane di guerra, impegnato in azioni di rastrellamento, un vero e proprio soldato. Il marines, tornato a casa, ha mosso mari e monti perchè il cane lo raggiungesse negli Usa. Storia a lieto fine, c’è riuscito.
Uno pensa ai bambini, agli anziani, ai senzatetto, ai mutilati, alla gente che soffre per questa guerra e la tivù italiana ci propone un servizio che glorifica la trasformazione di una bestia innocente in una belva da combattimento. Proprio come quei cani della Costa Rica: tutti mandati ad uccidere in nome della insensibilità umana.
Sarcastico, il commento dell’amico tico: almeno io non pago perchè la tivù spazzatura mi entri in casa.
L’agonia del poveraccio è durata più di un’ora, filmata e proposta all’ora del pranzo, secondo i canoni del giornalismo più inutile e codardo e con buona pace di noi genitori che cerchiamo di educare i nostri figli al rispetto ed alla tolleranza.
L’uomo è morto, i cani non sono stati sacrificati perche si sono comportati come ci si aspetta da esemplari di questa razza (parole testuali del Ministero della Salute della Costa Rica), la gente ha applaudito l’esempio: così devono finire tutti i ladri.
Nauseato ho detto al mio amico che, almeno, queste cose in Italia non succedono. Ho così cambiato il canale e ci siamo sintonizzati sul TG2. Coincidenza, è partito un servizio demenziale sulla storia di un cucciolo di cane iracheno adottato da un marines. Addestrato dal GI Joe, ha avuto l’onore di diventare un cane di guerra, impegnato in azioni di rastrellamento, un vero e proprio soldato. Il marines, tornato a casa, ha mosso mari e monti perchè il cane lo raggiungesse negli Usa. Storia a lieto fine, c’è riuscito.
Uno pensa ai bambini, agli anziani, ai senzatetto, ai mutilati, alla gente che soffre per questa guerra e la tivù italiana ci propone un servizio che glorifica la trasformazione di una bestia innocente in una belva da combattimento. Proprio come quei cani della Costa Rica: tutti mandati ad uccidere in nome della insensibilità umana.
Sarcastico, il commento dell’amico tico: almeno io non pago perchè la tivù spazzatura mi entri in casa.
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