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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Thursday, January 05, 2006

Il talento e la presunzione

Mario Vargas Llosa ha il grande pregio di essere uno scrittore di talento. Purtroppo, ha però anche un grande difetto, che è quello di essere un presuntuoso. In America Latina ormai tutti conoscono le sue sparate, assicurate da succulenti contratti che gli permettono di pubblicare sulle testate di tutto il continente, Usa compresi. Non di rado fa anche la figura dello stupido, come quando ha celebrato l’invasione di Baghdad da parte dei marines come la riconquista da parte dell’umanità dei tesori di Babilonia. Di fatto, la sconfitta che subì da parte dell’allora sconosciuto Fujimori nelle elezioni presidenziali in Perú, rientrano proprio in quest’ottica: Vargas Llosa è supponente e, spesso, fastidioso. I peruviani lo sapevano e lo hanno dimostrato con il voto del 1990. Dopo 15 anni di dibattiti ed interviste fuori del suo Paese, ora lo sa anche il resto del mondo. D’altronde a lui piace infrascarsi nelle polemiche, probabilmente perchè gli permettono di conquistare le prime pagine anche in tempi in cui la vena letteraria sembra averlo abbandonato. L’ultima di queste riguarda un attacco al presidente argentino Kirchner. Lunedì lo scrittore è stato a Managua per ricevere il premio “Rubén Darío” e nel suo discorso ha descritto Kirchner come: “Un tipo sgardevole, un demagogo che non ha le idee chiare”. Inoltre, ha messo in dubbio la libertà di stampa in Argentina, cosa che ha stupito anche gli stessi giornalisti di questo paese che, in quanto a repressione, ne sanno certamente qualcosa.
La risposta argentina non si è fatta attendere. “Vargas Llosa è un mediocre”, ha replicato Aníbal Fernández, il Ministro dell’Interno.
E forse ha ragione. Vargas Llosa è un uomo mediocre dal grande talento letterario. Un talento, però, che non lo salva dalla mediocrità.

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