blog americalatina

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"Hay muchas maneras de contar esta historia, como muchas son las que existen para relatar el más intrascendente episodio de la vida de cualquiera de nosotros".

Wednesday, September 24, 2008

Le bombe di Morelia

Le bombe di Morelia del giorno dell´Indipendenza sono state un segnale inconfutabile dell´attacco che il narcotraffico messicano sta attuando contro la popolazione civile. Otto morti, un centinaio di feriti nel giorno simbolo del calendario laico messicano: un attacco allo Stato ed alla gente comune.
Pochi giorni prima c´è stata la strage di Ocoyoacac -24 morti, tutti giustiziati con un colpo alla testa-, di persone in maggioranza incensurate, muratori che andavano a lavorare nella capitale. Il pericolo è reale: il Messico può trasformarsi in una nuova Colombia.
Le bombe di Morelia sono state una dichiarazione di guerra non solo contro quel poco di sano che rimane dello Stato messicano, ma anche tra bande rivali. La Familia Michoacana, la mafia di Morelia, non ha gradito l´attentato, che ritiene opera degli Zeta. Sui ponti di Zamora, l´altro grosso centro del Michoacán, sono apparsi come per incanto i cartelloni (come quello nella foto) in cui la Familia, seguendo il suo discutibile codice morale (normalmente a chi sgarra tagliano la testa) dichiara solidarietà alla popolazione civile e minaccia gli Zeta di ritorsioni. La Familia è un´istituzione nel Michoacán. Di fronte all´inoperanza delle istituzioni e al miraggio del guadagno facile, i giovani si riversano in massa nella manovalanza di questo gruppo mafioso.

Provare per credere: http://www.youtube.com/watch?v=3ZViJ8U5Ojc

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Tuesday, September 09, 2008

Le Huacas dimenticate

Le huacas di Lima stanno scomparendo, sopraffatte dal degrado e dalla sovrapopolazione. I templi votivi –potremmo definire così le huacas- incaici e pre-incaici sono occupati, violati e distrutti per lasciare spazio ad una città che sta crescendo senza controllo. Chiaro, Alan García si frega le mani: il Perù prevede di chiudere il 2008 come il paese latinoamericano con la maggior crescita dell´anno (8,3%).
Su Lima, motore di questa accelerazione, si sono riversati investimenti ed emigranti. La città apre cantieri, ma non ha un chiaro piano regolatore. L´ultima polemica riguarda la costruzione di un viale nella zona dell´università San Marcos: gli scavi hanno già danneggiato tre huacas, la Aramburú, l´omonima San Marcos e la Palomino.
Lima conta otto milioni di abitanti e circa 250 huacas, sparse su un vastissimo territorio. Su questi templi, che occupano grandi aree, è scritta la storia di tutta l’epoca anteriore alla Conquista. Un patrimonio inestimabile, che gli archeologi stanno cercando di proteggere dalla furia edilizia e dal deterioro.
La huaca San Marcos:
http://www.geocities.com/huacasanmarcos/

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Saturday, September 06, 2008

El emigrante

Cercando giochetti su internet per mio figlio, sono incappato in questo, a tema con il blog. Si chiama “El emigrante” e la regola è molto semplice, come spiega l´introduzione: l´emigrante (un topino messicano in bici che supera illegalmente il confine Usa) deve evitare la polizia il più a lungo possibile. Naturalmente, non si vince niente e non c’è un traguardo: l´emigrante viene sempre beccato. Cercate solo di fare più punti possibile, obbligando le auto della polizia a scontrarsi tra di loro per ottenere un punteggio più alto. Io, al massimo, ho fatto 3200 punti. Vediamo cosa siete capaci di fare voi:
http://supergames.altervista.org/gioco.php?C=Abilita&N=elemigrante

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Friday, September 05, 2008

Le cimici di Colom

Alvaro Colom, l´uomo che vuole cambiare il Guatemala, ha di che preoccuparsi. Ha infatti scoperto che il suo ufficio, quello della moglie e quello dove si riunisce il suo staff di governo è pieno di cimici. Parliamo di microfoni e minuscole videocamere, ovviamente, piazzati a suo dire dalla mafia che controlla il narcotraffico e la corruzione a livello governativo.
La situazione in Guatemala è abbastanza anomala. Come risultato degli accordi di pace del 1996, è stato eliminato il corpo militare che era predisposto alla protezione del presidente, una forza che spesso si era trasformata in uno strumento di repressione. Colom, presidente eletto democraticamente, si trova così nell´insolita posizione di non avere chi lo protegge. In questo caso è dovuto ricorrere all´esercito, che questo fine settimana ha passato al tappeto il Congresso, i tribunali di giustizia e la Corte suprema, alla ricerca di altri microfoni. Le scene, con i militari che prendevano possesso degli edifici pubblici in tenuta di guerra, ricordava i momenti peggiori delle dittature.
Colom è un uomo abbastanza solo. Ed è anche isolato. L´indagine sullo spionaggio la sta conducendo personalmente, coadiuvato da pochi, fidati consiglieri.

Cambiare il Guatemala, in queste condizioni, non sarà cosa facile.

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